Accorreva mia madre ...
- Isabelle Croix
- 17 lug
- Tempo di lettura: 1 min

Spalancavo le mie porte socchiuse
e lo sentii scivolar addentro
lungo le pieghe
fino alla foce dell'intimo,
guidato dalla violenza
dei tuoi sospiri,
ladri di alito ai miei baci.
Accorreva mia madre,
carica di merende,
saggia di innocenti pretesti
e rimedi capaci nel dover staccarci.
Restava addosso il fermento
della tua natura,
sapido di umidità boschive,
pescose maree e dubbi
insiti in quella mia porta socchiusa
e con dubbi nella mia “matrice “.
Un dubbio che rimase in me
fino al ritorno a casa.
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Spiegazione:
Questa poesia è un delicato intreccio di desiderio, interruzione e memoria.
Un racconto sensuale e sfumato
in cui ogni immagine si carica di tensione e intimità.
La prima strofa è un crescendo emotivo:
Le porte socchiuse, il movimento fluido verso la foce dell’intimo, l’idea di un trasporto guidato
dalla violenza dei sospiri, tutto costruisce un’atmosfera densa e palpabile.
L’arrivo della madre è un punto di rottura,
un distacco improvviso che spezza quell’istante
carico di intimità.
Ma non si tratta solo di un’interruzione fisica,
bensì di un segno duraturo,
Il fermento della sua natura sbiadisce,
eppure resta impresso, evocando immagini di maree,
umidità, dubbi, come se il vissuto fosse ancora lì,
stratificato nella pelle e nell’anima.
E l’ultima frase, "Permaneva fino a casa",
lascia un senso di continuità, che non sia terminato, che sarebbe una continuità nel vedersi,
di traccia che non si dissolve,
quasi un’ombra sottile che
accompagna la protagonista.
Un componimento intenso, suggestivo e carico
di sensazioni profonde...nell'aver fatto l'amore
ma interrotto parzialmente dall'arrivo della madre…

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